Ho pensato che fosse bene scrivere questo post almeno prima di fare il prossimo viaggio, programmato per Maggio.
Mi è sempre piaciuto parlare delle città che ho visitato e soprattutto farlo in coincidenza con le tappe mangerecce che coronavano (o a volte addirittura determinavano) quelle turistiche. Perchè non voglio proprio dire che è così che mi piace organizzare il viaggio, ovvero facendo dipendere i luoghi da vedere da quelli in cui avrei voluto mangiare maaa… forse un pochino, se il posto è proprio di quelli IMPERDIBILI, anche sì.
Sono una food traveller ed ora che ho scoperto che è stato dato un nome ufficiale a questa bizzarria, non mi vergogno più di dare così tanta importanza alla parte culinaria dei miei viaggi.
L’unica cosa per cui mi sento di salvare l’esperienza turistica a Berlino, è proprio per la vasta offerta di posticini healthy dove mangiare, nonostante essendoci stata a “festeggiare” (parolone, visto che la sera del 31 siamo andate a dormire quasi prima delle altre sere :’D) la fine del 2019, come al solito ne ho beccati tantissimi che in quel periodo erano chiusi per ferie.
Non avevo mai avuto grandi aspettative nei confronti del lato artistico della città, ma nel periodo pre-partenza diverse persone le avevano accresciute definendola “bellissima” e raccontandomi di quanto fosse piaciuta loro. Me l’aspettavo fredda e un po’ spoglia, e in effetti così l’ho trovata. Con in più il dubbio su cosa esattamente l’abbia fatta apparire bellissima a coloro che mi avevano illuso. A detta di chi ci abita o ci ha abitato, è una città in cui si vive bene e che forse, si comincia ad amare proprio vivendola e scoprendone quei lati che non appaiono agli occhi di un visitatore. Da turista, posso solo dire che non ho trovato evidenti “meraviglie” che semplicemente camminandoci, mi abbiano fatta rimanere estasiata e mi abbiano fatto dire “wow”, come può succedere quando visiti Parigi o Londra.
In perenne ricostruzione, abbiamo visto piuttosto cantieri su cantieri, gru, impalcature e tubi ovunque. Se c’è un motivo per cui vale la pena vederla, è sicuramente per i suoi musei ed esposizioni che riguardano l’ Olocausto e la storia della Germania post bellica oltre che per quelli di Arte Moderna, se ne siete appassionati (per quanto mi riguarda, preferisco altri tipi di mostre). Tra quelli visitati il Checkpoint Charlie, sulla Guerra Fredda, molto “storico” e il Museo che si trova sotto al Memoriale degli Ebrei , questo piuttosto emozionante. Abbiamo fatto tappa anche al C/O, una galleria di arte moderna dove le esposizioni cambiano periodicamente: noi abbiamo visto due mostre fotografiche, una di Nobuyohi Araki titolata Love, l’altra un allestimento con varie immagini riguardanti il tema della Morte, di cui alcune mi hanno scosso abbastanza e messo in subbuglio lo stomaco.
Altri musei che avrei avuto piacere di vedere sono sicuramente l’Alte Nationalgalerie, apprezzando in particolare l’Arte romantica e impressionista e il Museo Berggruen, che ospita tra gli altri Klimt, Picasso e Matisse. Infine, sempre sul versante Shoah, Topographie des Terrors, che però alla mia compagna di viaggio non faceva prendere bene tanto quanto a me. Questi sono quelli che andrei sicuramente a visitare nel caso dovessi tornare.
Tappe must del viaggio sono ovviamente quella alla Porta di Brandeburgo e al Reichstag (sede del Parlamento), questi invero maestosi e oggettivamente belli ed eleganti. Un’altra fermata che non si può non fare è quella all’ East Side Gallery, tratto del muro di Berlino graffitato da artisti di tutto il mondo. Questa è stata senza ombra di dubbio la parte che mi ha più emozionato e che senz’altro vale la pena non perdersi.
Purtroppo alcune faccende spiacevoli accadute gli ultimissimi giorni della vacanza (e qualche buco nell’acqua qua e là, come quando siamo finite a Neukölln convinte fosse una zona hipster e figa e invece ci siamo ritrovate in una sudicia periferia multietnica) hanno fatto andare alcuni nostri piani in fumo e non siamo riuscite a vedere tutte le zone che ci eravamo prefissate. La sera, vuoi per la stanchezza dell’essere in piedi dalla mattina, dal fatto che alcuni giorni ci siamo anche andate ad allenare (devo ammettere che allenarsi in vacanza ha il suo gran bel perché) vuoi per il freddo o perchè Greta aveva fatto una spesa che sembrava fosse andata via per un mese, non siamo mai uscite e abbiamo preferito cenare in stanza (che avevamo lungimirantemente preso con cucina) e andare a dormire presto.
Indirizzi Utili
Veniamo però alle cose belle, alla quantità di prodotti fighi che si trovano nei supermercati, ai concept store dove c’erano degli articoli per la casa e cucina che mi veniva voglia di prendere il terzo bagaglio per portarmeli a casa tutti, alla quantità spropositata di localini dove poter trovare cibo salutare, vegan e macro friendly. Anche in questo caso avevo una lista infinita da cui per cause di forza maggiore sono riuscita a spuntare poche voci dalla lista, ma anche se non provati direttamente ci sono state zone (una su tutte, Mitte) in cui sono rimasta sorprese della frequenza con cui mi ci imbattevo.
Shopping
Anche per lo shopping, Mitte si rivela senza dubbio il quartiere più appropriato. Tra i concept store in cui ci siamo fermate (praticamente il primo pomeriggio abbiamo fatto solo quello, lol) merita sicuramente citare: Schee, Soda, (libreria decisamente non convenzionale) Kauf auf Glucklisch (ce ne sono diversi, alcuni hanno anche il cafè!), Urban Outfitters. Capatina meritata anche a Butlers, dove troverete qualsiasi cosa per la cucina e la tavola. Per l’abbigliamento e accessori, molto carino è Monki.
Per quanto riguarda il cibo, i negozi biologici sono davvero numerosi e diffusi: Biocompany, Alnatura Bio, Denn’s Bio Market, Vitalia… seriamente, state tranquilli, anche se volete solo una snack senza necessariamente sedervi da qualche parte oppure volete fare qualche pasto in appartamento, non avrete problemi di sorta. Noi ci siamo comunque trovare molto bene a fare spesa nel piccolo Edeka che avevamo vicino casa, non bio ma veramente avanti anni luce rispetto ai nostri supermercati sia sul fronte dei cibo vegan friendly (tanti tipi di affettati, formaggi, würstel…) che su quello del cibo fit/proteico. Quark di tutte le marche e misure, anche aromatizzati, idem con patatine per i cottage cheese, budini proteici, Skyr a tutti i gusti +1 ma SOPRATTUTTO ci è entrato nel cuore perchè il primo giorno, appena arrivate e decisamente affamate, contro ogni aspettativa ci siamo trovate davanti un mini freezer pieno di Halo Top, gelati che chi bazzica un po’ l’ambiente del fitness avrà sicuramente sentito nominare per il loro avere massimo 360 kcal per pinta, essere più proteici di un classico gelato ed essere dolcificati con eritritolo, avendo quindi pochi zuccheri (guardate qui tutti i gusti e piangete con me, avanti). Non mi vergogno di ammettere che questo gelato è stata la nostra cena per ben due volte (e lo sarebbe stata più spesso, se lo avessimo trovato anche in altri supermercati).
CIBO
Come anticipavo, per chi come noi preferisce posti che offrano alternative salutari non ci sono assolutamente difficoltà (se non che la domenica, il 31 e l’1/01 non lavora praticamente nessuno 😂). Il quartiere di Mitte brulica di posticini healthy che offrono Bowls dolci e salate, frullati con superfoods, toast con avocado e uova… tra quelli scovati in questo quartiere Funk You, in cui ci siamo fermate per uno dei numerosissimi cappuccini, Fechtner e Superfoods & Organic Liquids che purtroppo abbiamo visto soltanto da fuori ma sembravano davvero carini e che cito anche in veste di promemoria, ma soprattutto, di fronte a quest’ultimo, il super quotato Daluma, dove siamo riuscite a fermarci a pranzo l’ultimo giorno prima di recarci in aeroporto. Molti ce l’avevano raccomandato e abbiamo deciso di fidarci dei consigli. Che dire, il posto è magnifico, arredato in modo minimal di suggestione un po’ scandinava, con piante e panche di legno e cuscini su cui mangiare comodamente senza scarpe. In loco si possono acquistare prodotti fatti da loro, integratori a base di superfoods, prodotti di skincare suernaturali. Il menù è interessante e c’è la possibilità di scegliere sia piatti dalla carta che comporre la propria bowl non scegliendo i singoli ingredienti ma “gruppi” di cibi organizzati secondo categorie, quindi la possibilità di scelta autonoma c’è, ma in modo limitato.
Non ho avuto particolari problemi perchè c’era un’opzione completa che faceva perfettamente al caso mio e che mi ha soddisfatto abbastanza, ma sono sicura che il merito vada attribuito soprattutto al formaggio caramellato: la zucca arrosto era visibilmente butternut e quindi poco saporita, e l’hummus era appena una spennellata. Sul sapore complessivo però, niente da dire. Con la bowl di Greta, invece, hanno fatto un po’ di errori (perpetrati, oltretutto), quindi nel complesso abbiamo convenuto di comune accordo che sì, buono, sì, vale la pena passarci, ma no, forse non vale il prezzo.
Un posto che invece ci è piaciuto molto è stato Dean & David, che possiamo definire una sorta di catena di “healthy fast food”, con vari locali sparsi per la città. Si possono trovare sia cose pronte per chi non ha voglia di sedersi e portar via qualcosa di un po’ più salubre di un Bratwurst Brötchen sia Bowls componibile di diversa dimensione e con varia scelta tra verdure, fonti proteiche, toppings e condimenti. Anche in questo caso sono andata su una già presente in menù che aveva già tutto ciò che mi piaceva: salmone crudo, patata dolce, feta, avocado…insomma, tutto ciò che probabilmente ci avrei messo io 😂
Il primo dell’anno, disagio puro. Eravamo dalle parti di Potsdamer Platz dopo la visita al memoriale degli Ebrei e l’unico posto decente che abbiamo trovato aperto passeggiando per i dintorni è stato Brammibal’s Donuts, una carinissima ( e tutta rosa!) bakery vegana dove però, come il nome suggerisce, c’erano solo ciambelle ed era ora di pranzo noi avevamo fame e insomma no, non volevamo una ciambella. Dopo l’ennesimo cappuccino pagato a peso d’oro (ma in delle tazzine sempre rosa molto fescion) eravamo ormai sconsolatissime e pensavamo che ci sarebbe toccato fermarci al supermercato ad arraffare il primo Bretzen. Poi l’epifania: Ki-Nova si palesa davanti ai nostri occhi e data la poca alternativa, non ci pensiamo due volte a chiedere un tavolo. Questo non è un superfood cafè dove servono Bowls componibili e via dicendo ma un ristorante vero e proprio, dove però abbiamo trovato diverse opzioni sane e/o vegetarian friendly, dagli antipasti, ai primi alle insalate a cui si poteva aggiungere una fonte proteica a scelta. Di nuovo insalatone con patata dolce in chips, noci e formaggio di capra, e pure un antipasto con varie salsine perché la fame era davvero tanta. Magari non il posto per cui avrei optato se avessi avuto tante altre possibilità tra cui scegliere, ma che si è rivelato una inaspettata piacevole sorpresa.
Infine, da citare il carinissimo Nah am Wasser in Charlotteburg, molto rustico e “silvestre”, perfettissimo per colazione e Brunch data a vasta proposta di uova cucinate in diversi modi, toasts, ciotole di yogurt, porridge e così via. Io ci ho mangiato per pranzo e ho preso un toast con avocado, uova al tegamino e aneto semplice ma molto buono (e anche saziante, visto le dimensioni della fetta di pane!
Concludo con la ciliegina sulla torta, perchè dopo tanti piatti super sani immagino che vi sia venuta voglia di un po’ di dolce. Ecco, se come la sottoscritta siete amanti del cioccolato, non potete non passare da Rausch, un vero e proprio parco giochi per gli estimatori del cibo degli dei.
Tre piani totalmente dedicati al Dio supremo, tra sculture di cioccolato, show cooking, tavolette e soprattutto TANTE, TANTE, TANTE praline. Da perderci la testa.
Tra i posticini che mi ero annotata e da cui non sono riuscita a passare cito (un po’ per ricordarli a me medesima nell’eventualità di una seconda volta, un po’ per suggerimento):
–Simply Keto
– Kaffee kathe
–Beets and Roots
– Kopps
–Haferkater
–Factory Girl
– What do you fancy, love?
Ora sono curiosa di sapere la vostra, siete mai stati a Berlino? Vi è piaciuta?