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Roma

                                                                
 
 
 
  • Arancia blu – enoteca con cucina vegetariana e vegana, V. Cesare Beccaria 3 (100 mt dala stazione metro Flaminio)

Arancia blu è un gioiellino di enoteca nel centro di Roma, non molto lontano da Piazza del Popolo. La sala è circondata da libri di narrativa, grandi volumi dedicati ad arte, moda, cinema e da una piccola collezione di film e l’ambiente raccolto e silenzioso, intimo, rende Arancia Blu più adatto sicuramente a cene romantiche a due piuttosto o serate tranquille in famiglia che a ritrovi di gruppo. Caratteristica del luogo è sicuramente la ricca cantina, fornita di ottimi vini su cui il cameriere saprà consigliarvi egregiamente ascoltando le vostre preferenze (noi abbiamo ordinato uno splendido Sylvaner altoatesino).
Passiamo al menù, non certo da meno rispetto alla disponibilità di vini. Ogni nome sul menù mi ha letteralmente fatto venire l’acquolina in bocca, i piatti sono ricercati ma non eccessivamente pretenziosi, nè nella loro composizione nè nel prezzo, oltre a non presentarsi in deludenti microporzioni. Quelli vegani o veganizzabili su richiesta (quasi tutti) sono messi in risalto dal simbolo della foglia accanto al nome del piatto, così da facilitare la scelta, ma mica tanto, dato che decidere è stato terribilmente difficile.
Ecco, io credo di aver mangiato qui la zuppa più buona di sempre, con cavolo nero, fagioli, castagne, porcini e farro: sapori decisamente di stampo toscano, ben abbinati e tutti facilmente individuabili e marcati nonostante la quantità di ingredienti presenti. L’ho letteralmente “bevuta”, come si dice qui da me;)
Se volete farvi del male  un’idea delle prelibatezze che potete trovare, date un’occhiata qui: http://www.ristorantearanciabluroma.com/menu_ita.pdf.
 
  • Aromaticus, ristorante biologico – Via Urbana 134
 
  • atRestaurant – Gastronomia, colazioni, frullati e centrifughe, Piazza di Pietra 62, centro storico

 

Il locale non è interamente vegano ma offre diverse alternative anche per noi (e qualcosa in più per i vegetariani). Ricorda quei market londinesi in cui puoi chiedere di prepararti un panino o un centrifuga al banco, oppure ricorrere al frigo per acchiappare un succo o uno smoothie in bottiglia (comunque con soli ingredienti naturali) o un’insalata già pronta da portar via se si va di fretta.

Oltre ad alcuni tipi di pizza o focacce, la parte veg* del locale si concentra soprattutto sulla vasta offerta di centrifugati, frullati, lassi e creme di frutta, tra cui spicca l’açai na tigela, una preparazione a base di polpa di açai surgelata frullata con banana e sciroppo di guaranà, servita con granola e frutta fresca.

Da menzionare l’introduzione del gelato vegan con gusti tropicali dalla scorsa primavera.

 

  • Bibliothè, ristorante con cucina ayurveda – Via Celsa 4/5

 

  • Duecento gradi – Paninoteca. Piazza del Risorgimento 3
 
Tra i numerosissimi paninazzi con le più svariate e fantasiose farciture, da Duecentogradi sono riusciti a far posto anche per qualche panino vegetariano e vegano. Più specificamente, ci sono tre proposte vegan nel menù fisso (Metronia, Europa, Viola) più gli speciali del mese (?), in Novembre Montecitorio e Campo dei fiori Veg. La schiacciata arriva bella calda e croccante, il ripieno generoso ma non troppo. Ci piacciono cicciotti, anche a noi verdurai!
 
  • Eataly – Piazzale XII Ottobre 1492 – 00154 Roma (Metro B – Fermata Piramide)
 
Chi non conosce Eataly, il paradiso di ogni foodie? Rinomato soprattutto per lo shopping gastronomico di alta qualità che offre (i prodotti in vendità sono le eccellenze italiane, biologiche o, ad esclusione di qualcosa di equosolidale, tutti provenienti dallo Stivale), non è certo da sottovalutare la proposta mangereccia. Vari ristoranti sono infatti disseminati per i ben 4 piani di negozio: c’è la pizzeria, quello dedicato unicamente alla pasta, quello al fritto, quello alle verdure, la piadineria, la panineria e naturalmente anche quelli che offrono piatti a base di carne e pesce. Non è stato affatto arduo trovare qualcosa da mangiare, anzi, vi devo dire che mi sono in verità trovata in difficoltà sulla scelta dato ce c’erano diverse cose che avrei voluto provare. Nel banco Verdure il menù del giorno offriva insalate e bruschette adatte o facilmente adattabili ai vegani, ma sorprendente è stato il fatto di trovare addirittura tre offerte vegan al banco dei panini. Considerando il fatto che tra le due postazioni si trovava in mezzo la panetteria, con quelle focacce morbide morbide e belle unte che tanto piacciono a me, avrei veramente mangiato tutto.
Alice ha scelto il panino ortolano piccante (se la memoria non m’inganna): il pane fragrante fuori e morbido dentro, delizioso. La mia scelta è poi ricaduta su un insalata ricca e saporita, ma avendo ancora fame, ho potuto anche deliziarmi con un pezzo di focaccia genovese alla cipolla.
Tornate nel mese di Dicembre, nel banco verdure c’erano primi piatti e addirittura un burger ciccioso con tanto di maionese vegan!;)

Come opzioni “green” abbiamo anche poi il banco delle centrifughe, oltre che la possibilità della piadina vegetariana (con olio d’oliva). Tra quelle in menù non c’erano combinazioni vegan ma togli di qua e metti di là sono sicura che non sarebbe stato un problema inventarsela.

P.s. la sbrisolona di Montersino è vegan!!!! Una delle cose più libidinose che abbia mai mangiato, giuro.

 

  • Fata Morgana, gelateria – Via degli Zingari (Rione Monti)

  • Flower Burger – Panineria vegana, Via dei Gracchi (zona Musei Vaticani, fermata Lepanto o Ottaviano)

 
  • Grezzo  – Pasticceria e cioccolateria crudista, V. Urbana 130, quartiere Monti (linea B Cavour)
 

Non credo ci sia bisogno di troppe presentazioni: il paradiso di ogni vegan crudista si trova in Via Urbana, a pochi passi dal Colosseo. Frullati, gelati, cioccolato e pezzi di piccola pasticceria rigorosamente crudi, in modo da mantenere inalterate le proprietà degli ingredienti, tutti di altissima qualità. Potrete trovare i dolci più classici in versione cruda: sacher, tiramisù, cheesecake, brownies, tutti deliziosi e alcuni anche sorprendentemente simili agli “originali”.

Per il prezzo non proprio economico dei pezzi di pasticceria è forse più adatto a togliersi un piccolo sfizio di gola piuttosto che per una colazione, in cui si finirebbe a spendere davvero più del dovuto, tanto è difficile trattenersi!
Non sono riuscita ad assaggiare tutto, ma consiglio vivamente il tiramisù e la crostatina crema e frutta tra i dolci, il green detox tra i frullati e i gusti bonet e nocciola per il gelati.
 
  • Gelateria dell’ Angeletto, V. dell’Angeletto 15, quartiere Monti (linea B Cavour)
 
Questa piccola pasticceria nel cuore di Roma offre molti gusti completamente vegetali particolari, non solo di frutta ma anche di creme, facilmente distinguibili da quelli contenenti ingredienti animali grazie alla palettina blu. E’ disponibile il cono per celiaci, che però, contiene uovo.
Aggiornamento Novembre ’14: è ora disponibile anche il cono completamente senza derivati!
Gusti preferiti: fondente al rhum, cocco, fichi.
  • Hosteria La vacca ‘mbriaca – V. Urbana 29/30, Quartiere Monti
 

Osteria di cucina tradizionale Romana, forse “Vegan” non sanno neanche come si scrive, come mi ha fatto dedurre il cameriere che a fine cena ci ha proposto il dolce nonostante gli avessimo enumerato tutto ciò che non mangiavamo all’inizio.

Eppure, forse anche condizionata dal valore affettivo che il ristorante ha ormai acquistato per me, credo sia degno di nota il fatto che entrambe le sere in cui io e Alice ci abbiamo cenato, ci siamo alzate ben sazie, soddisfatte di quel che avevamo mangiato e con pochi euro in meno nel portafoglio.
Nonostante la proposta veg* non sia affatto ampia, tra i contorni quasi tutte le opzioni sono adatte a noi, e tra queste ho avuto la piacevole possibilità di scoprire la cicoria (alla romana è quella “ripassata”) che credevo fosse qualcosa di triste e insipido a causa dell’esperienza della mensa universitaria. Patate arrosto, broccoletti (che però, ahimè, non c’erano), verdure grigliate sono infondo dei sempreverdi e non mi dispiace mangiarli se sono fuori. Qualche proposta idonea ai vegan tra gli antipasti e le insalate (quella della Vacca era veganissima e anche molto buona!), e tra i primi una sempre gradita aglio e olio, anche senza glutine.
In due, con mezzo litro di vino, l’acqua e di media tre-quattro piatti, non abbiamo mai superato il 15 euro a testa. E quando la compagnia è buona, non c’è bisogno di chissà cosa di elaborato.
  • Il capriccio di Carla – gelateria, Via Depretis (zona rione Monti)

  • Il Margutta RistorArte – Ristorante vegetariano e vegano, Via Margutta 118 (fermata metro Spagna)

Il Margutta è un ristorante storico nella famosa Via Margutta cantata da Barbarossa, culla di gallerie d’arte e ristoranti alla moda. Il Margutta non ne smentisce la fama: dall’arredamento elegante ma creativo al tempo stesso, alla cucina raffinata ma innovativa si propone di stupire i non conoscitori della cucina vegetariana con accostamenti di sapori insoliti, colori appariscenti, presentazioni curate e attente.
I piatti cambiano stagionalmente, ma resta la possibilità di scegliere singole portate oppure l’intero menù vegano (in alcune stagioni è presente anche raw), forse più adatto da condividere con la metà sia per il costo che per il numero di portate. Non è il ristorante in cui cenare una sera a settimana, ma quello per cui vale la pena tenere da parte un po’ di spicci per le occasioni speciali 🙂

  • L’insalatiera – taverna vegetariana e vegana, Via Trionfale 94

E’ davvero difficile che faccia recensioni in tutto e per tutto, cerco in ogni modo di salvare il salvabile, ma in questo caso per me è no. Dal momento in cui leggi i piatti sul menù (va bene la tradizione, ma se esco fuori vorrei pur mangiare qualcosa di diverso da quello che potrebbe farmi la nonna) a quello in cui li assaggi. Ci si limitasse a una povertà di originalità si potrebbe chiudere un occhio ma la qualità del cibo l’ho trovata piuttosto bassa: riconosci subito che i patè per le bruschette non sono fatti in casa, le polpette dovrebbero essere di due tipi e invece hanno lo stesso sapore, l’hummus ha un persistente sapore di aglio vecchio e la torta pesante, asciutta e senza un sapore ben definito. Servizio non esntusiasmante. Magari siamo capitate in una serata no, ma c’è qualcosa che mi impedisce di pensare di provare a dargli una seconda chance.

  • Pizzarium – Pizzeria al taglio, V. della Meloria 43, Quartiere Trionfale
 

Dimenticate di aver mai mangiato pizza fino ad ora. Forse, qualcosa che vagamente gli somiglia.

Il luogo che mi ha fatto rimettere in discussione tutto quel che pensavo di sapere su questo piatto, su come credevo mi piacesse. L’ impasto è di una sofficità unica, si scioglie in bocca.

Le farciture sono originali e interessanti, accanto a quelle “classiche” (tra virgolette perchè anche in questo caso non c’era traccia di banalità) con salumi e formaggi, la scelta vegan è davvero vasta. C’è l’imbarazzo delle scelta, tanto da trovarsi in difficoltà su quale eleggere a prescelta. Io ho assaggiato una particolare crema di ceci con cicoria ripassata e pomodorini secchi, ma devo dire che anche la semplice rossa era squisita, merito sicuramente della qualità delle materia prime riconoscibile al primo assaggio.

Non pensavo ci si potesse commuovere con una pizza, eppure Bonci ci è riuscito.

  • Rifugio romano, ristorante tradizonale con menù vegan – Via Volturno 39/41
  • Romeow Cat Bistrot, ristorante vegan & raw – Via F. Negri
  • Tempesta di gusti – V. del Pigneto 191 (quartiere Pigneto, autobus linea 105)

Sono stata a Tempesta di gusti a maggio è ancora il ricordo del loro gelato è vivido in me.
Quel pistacchio non è facile da dimenticare. Ma credo anche da replicare.
I gusti vegani della gelateria si caratterizzano infatti per il fatto di essere realizzati con l’acqua come base, piuttosto che latte di soia o di riso che finiscono spesso per alterarne il sapore o renderli troppo dolci.
Il mastro gelataio ci ha raccontato come trovare la perfetta combinazione di ingredienti che rendesse il gelato vegan esattamente come quello “vaccino” per tenuta e cremosità fosse diventata per lui una vera sfida, e si può assolutamente dire che si sia portato a casa la vittoria. L’orgoglio e la passione per il proprio lavoro ci sono stati trasmessi tutti attraverso le sue parole, nonchè il sincero interesse a fornire un alternativa gustosa, essendo i proprietari vegetariani, anche a chi ha scelto o è costretto a rinunciare a latte e derivati.
Tanto che la loro produzione non si è fermata qui. Realizzano su richiesta ogni tipo di dolce in chiave vegan, dai semifreddi alle cheesecake, utilizzando ingredienti anche non troppo facili da trovare, come i wafer e la panna vegetale, quest’ultima disponibile anche per essere spruzzata sul gelato. Infine, sono disponibili anche coni per celiaci senza derivati.
Nella foto, cono gluten free con cioccolato fondente, pistacchio, cocco e panna montata. Ero in paradiso.

  • Vivi bistrot – caffeteria e bistrot, Palazzo Braschi, Piazza Navona

Vivi bistrot è un bar ristorante che si trova all’interno dello storico Palazzo Braschi, proprio nella centralissima Piazza Navona. Fresco e moderno, si caratterizza per un’attenzione alla qualità delle materie prime e all’ambiente. I lunch box per il take away sono realizzati in materiali biodegradabili e gli ingredienti dei piatti provengono da agricultura (e allevamento?) biologici.
In effetti sono di molto maggiori i piatti vegetariani che vegani, non più di un paio, ma o accontentandosi di quel che menù offre o chiedendo qualche piccola modifica (come ho fatto io), non ci si può assolutamente lamentare. Un hummus ben fatto servito con pane arabo apre il pranzo, a cui segue la cocotte di cereali e verdure miste in cui ho chiesto di omettere la ricotta salata. Sullo sfondo, la tajine di cous cous speziata servita direttamente nell’apposito coccetto ancora bollente! Entrambi piatti semplici ma saporiti; quel che è però più degno di nota è ciò che si vede affacciandosi alla finestra, che si trovava proprio di fianco al nostro tavolino: le fontane e i palazzi di Piazza Navona che fanno quasi dimenticare ciò che si ha nel piatto;). Per la posizione, i prezzi sono nella media ed è sicuramente apprezzabile il menù un po’ più ricercato sia negli ingredienti che nell’offerta, non certo paragonabile ai ristoranti spenna-turista tipici delle zone più frequentate dai visitatori.

  • Ecrù
  • Avocado Bar
  • Eggs
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