- Gelato Bio – Gelateria, Corso Matteotti, Porto Recanati
Gelato Bio presenta una vasta gamma di gusti tra cui scegliere, anche molto particolari, come lo yogurt di soia, l’avena con croccantini, l’aloe e il karkadè. Entusiasta per tutta questa scelta, e soprattutto per la presenza del pistacchio che amo, non ho potuto fare a meno di assaggiare proprio questo, l’avena coi croccantini che mi aspettavo fosse una specie di cookies ( che poi si è rivelato essere un semplice fior di latte e i “croccantini” altro non erano che il muesli rubato al frozen-yogurt) e un terzo gusto che però adesso non ricordo, probabilmente frutti di bosco. Una caratteristica che ho riscontrato in tutti e tre i gusti è il fatto che si presentasse parecchio “sorbettoso”, quindi non cremoso come ci si aspetta invece da un gelato alla crema e non ben mantecato con ancora qualche pezzettini di ghiaccio. Sicuramente apprezzabile la fantasia impiegata nello sperimentare gusti nuovi e insoliti!
- Biancamenta – Gelateria, Corso Matteotti, Porto Recanati
Meno gusti disponibili rispetto alla gelateria precendente ma così cremosi che parevano fatti con la panna. Ho preso cocco (anche questo, sempre una gioia trovarlo veg, che quasi sempre viene fatto col latte vaccino..), nocciola e venere nera, ovvero cioccolato extrafondente, bello amaro come piace a me. Tutti e tre morbidisssimi. E’ possibile trovare il cono vegan e senza glutine.
- La Vecchia Fattoria – Ristorante, V. Alessandro Manzoni, Loreto
Il martedì alla Vecchia Fattoria, ristorante tradizionale, è il giorno dedicato al buffet vegano, ma non una cosuccia per pochi intimi, eh, no, ben quattro tavolate dico QUATTRO piene zeppe di delizie vegane di tutti i tipi (l’ultima dedicata ai dolci), un ricevimento matrimoniale, in pratica. Di tutto e di più: cereali con verdure varie, pasta, torte salate, verdure fatte in tantissimi modi diversi, salse, pizze, lasagne, parmigiane, davvero da perderci la testa. Non posso dire di esser riuscita a mangiare un po’ di tutto tutto, ma…quasi. Non essendo amante di dolci ho sacrificato volentieri il piatto assaggio di dolci per concedermi un terzo giro di salato, per poter provare le cose nuove che costantemente continuavano ad uscire e riprenderne qualcuna che avevo particolarmente gradito (una su tutte quella salsina fantastica di rapa rossa e maionese, che devo assolutamente tentare di riprodurre prima o poi). Serata e cucina promossa a pieni voti: semplice, senza ingredienti “strani”, ma allo stesso saporita e godereccia e innovativa in alcune combinazioni. Il tutto per la modica cifra di 15€. Inutile dire che lo straconsiglio se vi fermate in zona.
- Dolce Salato – Bistrot, Corso Matteotti, Porto Recanati
Dolce Salato è un localino di recente apertura che offre colazioni, insalate e primi piatti freschi per pranzo oltre che piadine, pizze (anche senza glutine!), succhi e frullati tutto il giorno. Ora, in questo caso io ho avuto un’esperienza un po’ sfortunata. Mi sono fermata per un smoothie che poi smoothie non era perchè era un succo con pezzi di frutta e verdura dentro. Quindi un BIG NO. Quando si è reso conto del fatto che la poltiglia che avevo davanti non era bevibile il proprietario si è immediatamente offerto di prepararmi un estratto che non mi è stato fatto pagare, quindi per la cortesia ricevuta non mi sento di bocciare in toto il posto, che nondimeno presenta un’idea nuova e giovane, unendo la possibilità di fare spuntini veloci a quella di acquistare prodotti bio particolari o libri sul tema dell’alimentazione grazie alla presenza di un piccolo shop. Vi consiglio solamente di evitare gli smoothie come la peste ;D
- Lord Bio – ristorante bio vegan, Piazza della Libertà 16, Macerata
Questa è forse la recensione più difficile da fare di tutte quelle relative alla mia vacanza marchigiana.
Parto dall’arredamento essenziale e moderno ma elegante, cucina a vista, il tutto dà l’impressione di un notevole ordine e pulizia, oltre che cura per l’ambiente. Non so se si possa dire che la stessa cura venga riservata anche al cliente e alla creazione dei piatti, che si sono rivelati di una semplicità quasi banale, piatti che non solo io, ma persino mia mamma sarebbe stata in grado di fare a casa e in un giorno in cui si sentiva pure poco ispirata. Cannellini al pomodoro, insalata di farro e verdure e un tofu strapazzato ai porri.. piatti piacevoli eh, ma che non importa certo andare al ristorante di Salvini per mangiare. La tempura che dava inizio alle danze, (il menù è fisso, cambia ogni sera ma l’unica cosa che si può decidere è se fare formula aperitivo o formula cena con una variante quindi sul prezzo) inoltre, era molto unta e non croccante. Va detto che ho buttato un occhio su quelle che sono uscite dopo e all’occhio sembravano ben fatte, quindi probabilmente siamo semplicemente stati un po’ sfortunati.
Era molto buona invece la pizza, di cui abbiamo preso un piatto con vari assaggi come antipasto, e il dolce, che ho letteralmente AMATO. Una torta ganache senza glutine al cioccolato con una base simil cheesecake ma che sapeva di frutti di bosco (non sono riuscita a capire bene), bella pesantina da buttare giù a fine cena, ma perlomeno mi sono rifatta labocca; il cioccolato era di qualità e si percepiva benissimo.Partivo da aspettative alte e mi è dispiaciuto che siano state in parte deluse, anche se non mi sento di dare un parere totalmente negativo, anzi, la stessa Karin mi ha detto di averci invece mangiato benissimo la volta precedente, ho apprezzato la formula, la presentazione delle portate (e, di nuovo, il dolce!!), ma avrei apprezzato ancor di più se avessi assaggiato qualcosa di nuovo e se la cameriera avesse saputo un minimo cosa stava andando a portarci (e se dopo l’errore, avesse avuto la decenza di correggersi e spiegarci i piatti che invece ci aveva servito). In realtà come avrete capito a casa mangio molto semplice, e forse proprio per questo se esco fuori a cena mi aspetto di rimanere piacevolmente sorpresa dalle pietanze e di assaggiare cose che io non sarei in grado di riprodurre o che non avrei mai pensato di realizzare in quel preciso modo. Credo inoltre di essere molto obiettiva e di riconoscere sempre meriti e mancanze, e in questo caso non posso nascondere di essere rimasta più entusiasta dove meno mi sarei aspettata.
- Ramaiol – ristorante vegetariano e vegano, V. Arsilli 88, Senigallia (Ancona)
Nonostante il luogo in sè si presenti molto bene (ambiente pulito, luminoso, ordinato) nel complesso non mi è piaciuto. La quantità delle porzioni è alquanto misera se confrontata con il prezzo dei piatti, io ho preso una crocchetta di miglio (in menù, “crocchettE”) dal costo di 11,50€ accompagnata da 10 fagiolini e tre pomodorini di numero. Inutile dire che in una serata di appetito normale (il giorno avevo mangiato un gelato abnorme di fichi con panna di cocco e altre mille cose sopra e non avevo fame) non mi sarei mai saziata a patto di non prendere antipasto-primo e secondo. Inoltre il sapore era piuttosto anonimo e piatto. Stesso discorso per gli spiedini di tempeh di Karin, da cui neanche lei è rimasta colpita. Salvo appunto l’ambiente, che onestamente era delizioso, e il bagno, che aveva un lavandino fighissimo. Può bastare??