- Arancia blu – enoteca con cucina vegetariana e vegana, V. Cesare Beccaria 3 (100 mt dala stazione metro Flaminio)
- Aromaticus, ristorante biologico – Via Urbana 134
- atRestaurant – Gastronomia, colazioni, frullati e centrifughe, Piazza di Pietra 62, centro storico
Il locale non è interamente vegano ma offre diverse alternative anche per noi (e qualcosa in più per i vegetariani). Ricorda quei market londinesi in cui puoi chiedere di prepararti un panino o un centrifuga al banco, oppure ricorrere al frigo per acchiappare un succo o uno smoothie in bottiglia (comunque con soli ingredienti naturali) o un’insalata già pronta da portar via se si va di fretta.
Oltre ad alcuni tipi di pizza o focacce, la parte veg* del locale si concentra soprattutto sulla vasta offerta di centrifugati, frullati, lassi e creme di frutta, tra cui spicca l’açai na tigela, una preparazione a base di polpa di açai surgelata frullata con banana e sciroppo di guaranà, servita con granola e frutta fresca.
Da menzionare l’introduzione del gelato vegan con gusti tropicali dalla scorsa primavera.
- Bibliothè, ristorante con cucina ayurveda – Via Celsa 4/5
- Duecento gradi – Paninoteca. Piazza del Risorgimento 3
- Eataly – Piazzale XII Ottobre 1492 – 00154 Roma (Metro B – Fermata Piramide)
Tornate nel mese di Dicembre, nel banco verdure c’erano primi piatti e addirittura un burger ciccioso con tanto di maionese vegan!;)
Come opzioni “green” abbiamo anche poi il banco delle centrifughe, oltre che la possibilità della piadina vegetariana (con olio d’oliva). Tra quelle in menù non c’erano combinazioni vegan ma togli di qua e metti di là sono sicura che non sarebbe stato un problema inventarsela.
P.s. la sbrisolona di Montersino è vegan!!!! Una delle cose più libidinose che abbia mai mangiato, giuro.
- Fata Morgana, gelateria – Via degli Zingari (Rione Monti)
- Flower Burger – Panineria vegana, Via dei Gracchi (zona Musei Vaticani, fermata Lepanto o Ottaviano)
- Grezzo – Pasticceria e cioccolateria crudista, V. Urbana 130, quartiere Monti (linea B Cavour)
Non credo ci sia bisogno di troppe presentazioni: il paradiso di ogni vegan crudista si trova in Via Urbana, a pochi passi dal Colosseo. Frullati, gelati, cioccolato e pezzi di piccola pasticceria rigorosamente crudi, in modo da mantenere inalterate le proprietà degli ingredienti, tutti di altissima qualità. Potrete trovare i dolci più classici in versione cruda: sacher, tiramisù, cheesecake, brownies, tutti deliziosi e alcuni anche sorprendentemente simili agli “originali”.
- Gelateria dell’ Angeletto, V. dell’Angeletto 15, quartiere Monti (linea B Cavour)
Aggiornamento Novembre ’14: è ora disponibile anche il cono completamente senza derivati!
- Hosteria La vacca ‘mbriaca – V. Urbana 29/30, Quartiere Monti
Osteria di cucina tradizionale Romana, forse “Vegan” non sanno neanche come si scrive, come mi ha fatto dedurre il cameriere che a fine cena ci ha proposto il dolce nonostante gli avessimo enumerato tutto ciò che non mangiavamo all’inizio.
- Il capriccio di Carla – gelateria, Via Depretis (zona rione Monti)
- Il Margutta RistorArte – Ristorante vegetariano e vegano, Via Margutta 118 (fermata metro Spagna)
Il Margutta è un ristorante storico nella famosa Via Margutta cantata da Barbarossa, culla di gallerie d’arte e ristoranti alla moda. Il Margutta non ne smentisce la fama: dall’arredamento elegante ma creativo al tempo stesso, alla cucina raffinata ma innovativa si propone di stupire i non conoscitori della cucina vegetariana con accostamenti di sapori insoliti, colori appariscenti, presentazioni curate e attente.
I piatti cambiano stagionalmente, ma resta la possibilità di scegliere singole portate oppure l’intero menù vegano (in alcune stagioni è presente anche raw), forse più adatto da condividere con la metà sia per il costo che per il numero di portate. Non è il ristorante in cui cenare una sera a settimana, ma quello per cui vale la pena tenere da parte un po’ di spicci per le occasioni speciali 🙂
- L’insalatiera – taverna vegetariana e vegana, Via Trionfale 94
E’ davvero difficile che faccia recensioni in tutto e per tutto, cerco in ogni modo di salvare il salvabile, ma in questo caso per me è no. Dal momento in cui leggi i piatti sul menù (va bene la tradizione, ma se esco fuori vorrei pur mangiare qualcosa di diverso da quello che potrebbe farmi la nonna) a quello in cui li assaggi. Ci si limitasse a una povertà di originalità si potrebbe chiudere un occhio ma la qualità del cibo l’ho trovata piuttosto bassa: riconosci subito che i patè per le bruschette non sono fatti in casa, le polpette dovrebbero essere di due tipi e invece hanno lo stesso sapore, l’hummus ha un persistente sapore di aglio vecchio e la torta pesante, asciutta e senza un sapore ben definito. Servizio non esntusiasmante. Magari siamo capitate in una serata no, ma c’è qualcosa che mi impedisce di pensare di provare a dargli una seconda chance.
- Pizzarium – Pizzeria al taglio, V. della Meloria 43, Quartiere Trionfale
Dimenticate di aver mai mangiato pizza fino ad ora. Forse, qualcosa che vagamente gli somiglia.
Il luogo che mi ha fatto rimettere in discussione tutto quel che pensavo di sapere su questo piatto, su come credevo mi piacesse. L’ impasto è di una sofficità unica, si scioglie in bocca.
Le farciture sono originali e interessanti, accanto a quelle “classiche” (tra virgolette perchè anche in questo caso non c’era traccia di banalità) con salumi e formaggi, la scelta vegan è davvero vasta. C’è l’imbarazzo delle scelta, tanto da trovarsi in difficoltà su quale eleggere a prescelta. Io ho assaggiato una particolare crema di ceci con cicoria ripassata e pomodorini secchi, ma devo dire che anche la semplice rossa era squisita, merito sicuramente della qualità delle materia prime riconoscibile al primo assaggio.
Non pensavo ci si potesse commuovere con una pizza, eppure Bonci ci è riuscito.
- Rifugio romano, ristorante tradizonale con menù vegan – Via Volturno 39/41
- Romeow Cat Bistrot, ristorante vegan & raw – Via F. Negri
- Tempesta di gusti – V. del Pigneto 191 (quartiere Pigneto, autobus linea 105)
Sono stata a Tempesta di gusti a maggio è ancora il ricordo del loro gelato è vivido in me.
Quel pistacchio non è facile da dimenticare. Ma credo anche da replicare.
I gusti vegani della gelateria si caratterizzano infatti per il fatto di essere realizzati con l’acqua come base, piuttosto che latte di soia o di riso che finiscono spesso per alterarne il sapore o renderli troppo dolci.
Il mastro gelataio ci ha raccontato come trovare la perfetta combinazione di ingredienti che rendesse il gelato vegan esattamente come quello “vaccino” per tenuta e cremosità fosse diventata per lui una vera sfida, e si può assolutamente dire che si sia portato a casa la vittoria. L’orgoglio e la passione per il proprio lavoro ci sono stati trasmessi tutti attraverso le sue parole, nonchè il sincero interesse a fornire un alternativa gustosa, essendo i proprietari vegetariani, anche a chi ha scelto o è costretto a rinunciare a latte e derivati.
Tanto che la loro produzione non si è fermata qui. Realizzano su richiesta ogni tipo di dolce in chiave vegan, dai semifreddi alle cheesecake, utilizzando ingredienti anche non troppo facili da trovare, come i wafer e la panna vegetale, quest’ultima disponibile anche per essere spruzzata sul gelato. Infine, sono disponibili anche coni per celiaci senza derivati.
Nella foto, cono gluten free con cioccolato fondente, pistacchio, cocco e panna montata. Ero in paradiso.
- Vivi bistrot – caffeteria e bistrot, Palazzo Braschi, Piazza Navona
Vivi bistrot è un bar ristorante che si trova all’interno dello storico Palazzo Braschi, proprio nella centralissima Piazza Navona. Fresco e moderno, si caratterizza per un’attenzione alla qualità delle materie prime e all’ambiente. I lunch box per il take away sono realizzati in materiali biodegradabili e gli ingredienti dei piatti provengono da agricultura (e allevamento?) biologici.
In effetti sono di molto maggiori i piatti vegetariani che vegani, non più di un paio, ma o accontentandosi di quel che menù offre o chiedendo qualche piccola modifica (come ho fatto io), non ci si può assolutamente lamentare. Un hummus ben fatto servito con pane arabo apre il pranzo, a cui segue la cocotte di cereali e verdure miste in cui ho chiesto di omettere la ricotta salata. Sullo sfondo, la tajine di cous cous speziata servita direttamente nell’apposito coccetto ancora bollente! Entrambi piatti semplici ma saporiti; quel che è però più degno di nota è ciò che si vede affacciandosi alla finestra, che si trovava proprio di fianco al nostro tavolino: le fontane e i palazzi di Piazza Navona che fanno quasi dimenticare ciò che si ha nel piatto;). Per la posizione, i prezzi sono nella media ed è sicuramente apprezzabile il menù un po’ più ricercato sia negli ingredienti che nell’offerta, non certo paragonabile ai ristoranti spenna-turista tipici delle zone più frequentate dai visitatori.
- Ecrù
- Avocado Bar
- Eggs