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Tirami su

in Dolci, Dolci al cucchiaio

Qui si cerca di tornare alla vita di tutti i giorni, di stare bene e di andare avanti col sorriso.

Ho sofferto molto nel periodo che ho trascorso tra ospedale e altri luoghi ancora più infelici, mentre ora il fatto che sembra di nuovo tornato tutto normale mi spiazza.
Ancora mi chiedo se ho realizzato o se, essendo abituata a vedere mio padre comunque molto poco, non abbia ancora avuto l’opportunità di rendermi davvero conto.
E’ senz’altro vero che ho voluto fermamente non fermarmi: a pensare, a piangere, a incolparmi. A volermi per forza farmi del male. Quando ho potuto ho scelto di distrarmi, di fare ciò che avrei fatto normalmente perchè mi sentivo di non meritare di dover star male ancora.
Siamo strani, noi esseri umani. Sembra che molto spesso ce l’andiamo a cercare, la sofferenza. Noi non vogliamo davvero essere felici. Tendiamo ad andare incontro a situazioni che possano destabilizzarci e lasciarci distrutti, o se questo succede per caso scegliamo volontariamente di rimanere a piangerci addosso piuttosto che reagire.
Non per fare la martire, ma sarà che ho già passato il mio periodo in cui mi sembrava anche solo uno spreco di tempo alzarsi la mattina per vivere una vita che odiavo, che ora che mi sono rialzata, che ho voglia di scoprire, di andare incontro a quello mi aspetta con la curiosità di un bambino, di Vivere, non ho più intenzione di farmi fermare.
Tra i vari svaghi che mi hanno aiutato a non pensare e a distrarmi la cucina ha svolto senz’altro un ruolo fondamentale. Nonostante arrivassi a fine serata sfinita, non ho mai fatto a meno di mettere le mani su pentole e padelle, tritando il dolore insieme al battuto di cipolla, impastando qualche lacrima nell’impasto della piadina.
 
E’ proprio in quei giorni che ho deciso di lanciarmi in uno di quei grandi classici che avevo sempre rifuggito come la peste. 
Il tiramisù è stato il mio dolce preferito da bambina, ma già negli ultimi tempi da latto-ovo-vegetariana non lo potevo più vedere. Quel dolce eccessivo, quella sensazione di “troppo-grasso” in bocca, quella pesantezza e quel mal di pancia che mi lasciavano mi avevano fatto capire che non faceva più per me. O magari era sempre stato così, ma la gola o l’abitudine mi portavano a non farci caso.
Come ho anche già detto spesso tendo a cucinare pochi dolci al cucchiaio o da frigo, di quelli che si mangiano “a fine pasto”, proprio perchè evito di consumare dolci al di fuori della colazione o di qualche merenda, e avevo paura che avrebbe giaciuto in frigo fino al momento di doverlo buttare.
Riprodurre il tiramisù alla maniera classica mi lasciava anche qualche perplessità per quanto riguarda la sostituzione della base, se usare biscotti – e quali (per mia mamma sempre e solo pavesini), se le fette biscottate, se fare un pandispagna (ma la pigrizia..)
Ma quest’anno ho avuto una comoda soluzione a portata di mano. Già mi pensavo che quest’anno avrei festeggiato il primo Natale da vegana senza uno straccio di panettone o pandoro, e invece ho avuto la fortuna di accaparrarmi uno splendido panettone a lievitazione naturale, con uvetta e noci (e solo olio di oliva!) della bravissima Alice in collaborazione con il maestro della pizza Renato Bosco.
Dopo qualche fetta a colazione però mi son presto stufata di mangiarlo alla solita maniera, e ho deciso di farmelo avanzare per poterlo riciclare in una ricetta, e la scelta è ricaduta proprio sul tiramisù.

Quindi sì, il mio primo tiramisù e in realtà una rivisitazione del tiramisù, forse un po’ più invernale ma altrettanto confortante 🙂

  
Oh, chevvelodicoaffà, io e mia mamma (tutta contenta perchè questo “fa meno male e ne posso mangiare anche di più!”) qui ce lo siamo scofanato in tre balletti. Non mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto tanto, pensavo mi avrebbe stuccato e che l’avrei trovato pesante, e invece non è stato affatto così. Buono, appagante e goloso ma allo stesso tempo leggero sia al sapore che per lo stomaco (e l’ho mangiato pure per colazione alla fine!)
Ci credete se vi dico che io prima non lo digerivo mai?

Insomma, se vi è rimasto del panettone (anche se non so quanto potrà mantenere queste caratteristiche con quello “tradizionale”) dovete provarlo!

Tiramisù di panettone con crema all’arancia

 
(per 7-8 porzioni circa)
panettone senza uova e burro (io quello di Violamirtillo): 400 g circa, 8 fette 
arance: il succo di 2
crema pasticcera vegan: 250 g (ricetta sotto)
panna da montare 100% vegetale (questa): 250 g
cioccolato fondente equosolidale 85%: qb
 
per la crema pasticcera:
 
latte di soia (io leggermente aromatizzato alla vaniglia e zuccherato): 250 ml
arancia preferibilmente biologica: la scorza di 1
zucchero di canna: 20 g (o il doppio di malto)
amido di mais: 15 g

curcuma: 1 puntina

Sciogliere l’amido in un pochino di latte freddo, poi unire il tutto al restante latte e mescolare bene con una frusta. Aggiungere lo zucchero, la curcuma e la scorza di un’arancia grattugiata finemente (in alternativa potete mettere la buccia a striscioline che lascerete in infusione e toglierete in seguito). Mettere sul fuoco e portare a ebollizione. Spengere quando comincia ad addensarsi, portare a temperatura ambiente coprendo con una foglio di pellicola, far raffreddare.

Per il dolce spremere il succo di due arance e sistemarlo in una fondina. Tagliare il panettone a fette (io ho sistemato la metà rimasta a “pancia” in giù e tagliato fette per il senso della lunghezza).
Montare la panna fredda di frigo per tre-quattro minuti finchè non gonfia e non aumenta leggermente di volume (è consigliabile mettere anche le fruste a freddare in freezer). Amalgamare la panna alla crema, unendone prima una piccola parte e poi la restante.
Passare le fette nel succo di arancia da entrambi i lati, e sistemarne una parte a coprire il fondo di una pirofila rotonda. Versare uno strato di crema, coprire con le altre fette di panettone e terminare con un altro strato di crema.
Decorare la superficie con riccioli di cioccolato fondente e un po’ di scorzetta ottenute con la grattugia a fori più grandi.
Mettete in frigo per qualche ora prima di consumare, anche se consiglio di tirarlo dal frigo almeno una mezz’oretta prima di consumarlo, che la crema più morbida è meglio 😉

 
 

Con questa ricetta partecipo a Colors and Food di Gennaio 2014 con tema Inverno, Bianco e Comfort Food 

 

e alla raccolta per festeggiare il compleanno del blog di una persona che ormai è diventata un po’ di famiglia, una Zia ecco 😉 

 
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Dairy-free, Desserts, Dolci al cucchiaio, Natale, Panna, Senza categoria, Torte da festa, Vegan

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Ti piace vincere facile?! {Ravioli, ma crudisti, ripieni di formaggio di anacardi e cavolo nero al limone e pistacchi} »

Comments

  1. An Lullaby says

    20 Gennaio 2014 at 23:45

    Ha un aspetto fantastico!!

  2. letissia says

    20 Gennaio 2014 at 23:45

    Sei proprio una ragazza in gamba, Peanut 🙂 Ti abbraccio forte.
    P.S. Il tiramisù è fantastico!

  3. lucy says

    21 Gennaio 2014 at 7:44

    Quel grande classico che inc asa mia non si puo' scappare visto che è il preferito del marito.si lo penso anche io che alle volte fuggiamo un po' dalla felicità e ci concentriamo di più sulla sofferenza!

  4. Cami says

    21 Gennaio 2014 at 7:46

    E' splendido e goloso il tuo tiramisù 🙂 io ancora non mi sono lanciata in questa preparazione nonostante le vostre meravigliose ricette ^_^
    Prima o poi mi butterò anch'io.

    Per il resto che dire, sei straordinaria e nonostante anch'io abbia la tua stessa, e quella degli altri, caratteristica di farmi del male anche quando si sta bene e si potrebbe essere felici… Tu hai la capacità, e trovato la motivazione e la forza, di rialzarti, di non ricadere un'altra volta, di guardare avanti con sorriso e con un dolce al cucchiaio, di accompagno come questo, che possa e sappia davvero tirarti su il morale <3

    NON MOLLARE!!! <3

  5. Francesca says

    21 Gennaio 2014 at 8:02

    incomincio a mandarti un bacio grande…Poi….veniamo al toramisù. Sai che io non lo amo, pur essendo latto ovo vegetariana? eppure non mi va. E' sempre stato così. La tua versione cruelty free, però, mi fa gola e non si sa mai che provi:) Bacio

  6. Chiara Setti says

    21 Gennaio 2014 at 8:18

    Tesoro, lasciatelo dire, tu dentro hai una forza incredibile!!! Anche solo per essere riuscita a scrivere queste cose…ti stimo molto sai? E ti mando un abbraccio fortissimo!!!!!

  7. parole vegetali says

    21 Gennaio 2014 at 8:39

    dolce da pasticceria!brava.e cucina, cucina, cucina tanto.che vedrai che ti serve.

  8. parole vegetali says

    21 Gennaio 2014 at 8:40

    all'umore.mi è partito prima di finire il commento.
    ciao

  9. Erica Di Paolo says

    21 Gennaio 2014 at 8:57

    Piangersi addosso è la scelta più semplice che possiamo prendere. Reagire richiede forza e coraggio. Ma se riesci a reagire, e lo fai in questo modo, nessuno potrà mai fermarti. Il tempo, sono certa, ti farà capire che i sensi di colpa sono inutili. Probabilmente ora potrai parlare a tuo padre come mai sei riuscita a fare. E stai certa che, davanti ad un dolce così, lui non potrà che essere fiero di te.
    Ti abbraccio splendida creatura. La tua è arte. Nelle parole e in cucina!
    Un abbraccio forte.

  10. MARI Z. says

    21 Gennaio 2014 at 9:00

    Questa tua versione sembra ottima!! Da provare!
    … prenditi tutto il tempo che vuoi per ricominciare: vedrai che saprai risollevarti e riprenderti alla grande! bacioni! 😉

  11. Agnese says

    21 Gennaio 2014 at 9:27

    Sai, Lucrezia, a volte la penso proprio come te, come scrissi poco tempo fa anche sul blog. La sofferenza sembra inevitabile, soprattutto perché troviamo sempre un modo per cercarla, trovarla, abbracciarla.
    Ma i dolori veri sono solo alcuni, e per questo ti ringrazio, perché il tuo post è un pugno nello stomaco di quelli che mi riportano con la testa nella realtà, spazzando via le paranoie inutili.
    Ti abbraccio stretta, strettissima.
    Un dolore così, io, non so immaginarlo. Ma credo che essere forti, farsi forza, resistere, sia il modo migliore per non farsi seppellire.

    Ah, questo tiramisù è uno spettacolo. Ne mangerei volentieri una porzione con te.

  12. Babs says

    21 Gennaio 2014 at 10:03

    Siamo strani, noi esseri umani. Sembra che molto spesso ce l'andiamo a cercare, la sofferenza. Noi non vogliamo davvero essere felici. Tendiamo ad andare incontro a situazioni che possano destabilizzarci e lasciarci distrutti, o se questo succede per caso scegliamo volontariamente di rimanere a piangerci addosso piuttosto che reagire….. non hai idea di come comprenda queste parole.
    Però, cara Lu, scendi dal letto e almeno prova, prova a comprendere che, banalità, la tua strada è ancora tutta da percorrere.
    Direi che con il tiramisù cominci bene. E mi hai incuriosito con la pasticcera veg. a me nn piace il latte di soia, anzi, detesto la soia in tutte le sua sfumature, però, uso gli altri latti vegetali e quello di riso aromatizzato alla vaniglia, potrebbe andare. Se la provo, ti faccio sapere.
    Intanto…. un abbraccio.

  13. Annarita Rossi says

    21 Gennaio 2014 at 10:43

    Ecco così ti voglio, s'impasta qualche lacrima nella piadina ma s'impasta, si va avanti e a questo non c'è scampo, si deve e si può. L'importante è farlo guardando a quello che dobbiamo ancora vivere, concentrandosi sul presente in vista di un futuro migliore. Il tiramisù è simbolico e ti assomiglia in questo momento: viene dal passato ma rappresenta il tuo nuovo io…continua così.

  14. Zucchina says

    21 Gennaio 2014 at 12:08

    La prima parte del post l'avrei potuta scrivere io se le parole mi uscissero bene come a te. Sei una forza della natura e ti ammiro molto per come stai reagendo ad un evento che scombussolerebbe chiunque.
    Quanto al tiramisù..che dire. Gnam. La crema all'arancia è buonissima, la preparo anch'io così ma viene pallida visto che dimentico sempre di mettere la curcuma! 😉 è un'ottima idea per riciclare pandori e panettoni (o dolci non particolarmente riusciti, cosa che mi sta capitando ultimamente sing sob), quest'anno noi non abbiamo avuto problemi visto che (fortunatamente) in casa ne sono entrati pochi questo Natale!
    Ti abbraccio forte…e continua così!

  15. consuelo tognetti says

    21 Gennaio 2014 at 13:49

    Hai fatto bene a non fermarti e continuare a vivere…sembra banale ma proprio questa voglia di vita e di non crogiolassi nel dolore aiuta a mantenere il sorriso o un pizzico di benessere nella nostra esistenza..spero che tu stia ogni giorno meglio e se la cucina ti aiuta ben venga..anche x me sta diventato più una terapia che altro 😛
    Splendido, goloso e leggero come solo tu sai fare questo dolce, che a dir la verità non amo nella versione tradizionale ma la tua mi fa impazzire e sono proprio felice che tu l'abbia voluta dedicare a me..è un vero onore 😀 Grazie tesorina, la inserisco subito!
    Un bacio dalla tua zia acquisita ^_*

  16. Francesca P. says

    21 Gennaio 2014 at 15:22

    Ora che ho saputo tutto, in questo ultimo scritto mi appare una fiammella di luce… la luce che stai seguendo per vivere (al) meglio, consapevole che la vita toglie ma regala allo stesso tempo… per superare momenti drammatici serve tempo, c'è un percorso di consapevolezza da fare… continua a stringere la forza nelle mani, hai visto quanta ne sta uscendo, che non credevi? Non sottovalutiamoci mai… a volte è proprio in periodi così che la nostra vera essenza esce allo scoperto… e ci sorprende…
    Te lo dico anche qui, hai tutto un futuro davanti, troverai salite ma anche tantissimi colori… devi crederci e credere tanto e di più in te stessa… questi non sono consigli da “maestrina”, mi conosci, sai che lo dico con affetto con un istinto di protezione che mi viene naturale, dal primo giorno che ti ho conosciuta…
    E con toni più leggeri ti dico che hai fatto benissimo a lanciarti con il tiramisù, ricordo bene quando ne parlammo nel mio blog… secondo me farai varie versioni e sperimenterai altri abbinamenti… 😉

  17. Michela Visonà says

    21 Gennaio 2014 at 15:47

    Io adoro il tiramisù e il tuo sembra buonissimo!!! Bravissima!

    Ti mando un forte abbraccio

  18. Roberta | Il senso gusto says

    21 Gennaio 2014 at 17:38

    Quello che ho imparato è che se passiamo troppo tempo a piangerci addosso, ci ritroviamo vecchi e ci accorgiamo di aver buttato al vento tanto tempo che avremmo potuto usare per fare delle belle cose. Il tiramisu è un buon segno, almeno per me, che non potrei mai mangiare se mi sentissi triste. Ti auguro che anche per te valga la stessa regola… bacioni

  19. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 20:49

    Era anche buono! ;P

  20. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 20:49

    <3

  21. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 20:51

    ehehe anche quello “tradizionale” in casa mia non scompare visto che che mia mamma e il suo compagno ne vanno matti..però ecco, che scompare dopo pochissimo da frigo, quello sì! 😀
    grazie per essere passata Lucy, a presto 🙂

  22. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 20:54

    Sicuramente saprai tu quando è il momento. Forse l'ho apprezzato tanto proprio perchè non l'ho sentito come una forzatura 🙂
    Ti ringrazio tanto per l'incoraggiamento Cami, non mollerò 🙂
    un abbraccio grande

  23. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 20:56

    Guarda, ti dico la verità, questo a che fare col tiramisù c'ha proprio poco. Giusto il fatto di essere fatto e strati e di avere una crema nel mezzo, ecco. Forse è per questo che mi è piaciuto tanto, mentre ancora aspetto a replicare l'esatta copia di quello tradizionale, perchè ho paura che me lo ricordi troppo.
    Io proverei, alla peggio c'è il papy 😉
    un bacio grande anche a te, Francy, e grazie <3

  24. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 20:58

    E' l'unica cosa positiva quando ti succedono tante cose poco belle da anni ormai, che diventi sempre un po' più forte, e riesci a superare quelle successive facendoti abbattere sempre meno. Fino a che non arriva quella che ti annienta, ma io spero vivamente di aver già dato.
    Grazie Chiara, ti abbraccio anch'io 🙂

  25. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 20:59

    🙂 succede anche a me.
    Grazie Vale, un abbraccio

  26. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 21:00

    Spero presto di trovare anche la forza non solo per re-agire, ma anche per Agire. Che la paura, così però non va via.
    Grazie Erica, una abbraccio anche a te

  27. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 21:04

    Non era niente male, già! 😉
    Grazie Mari, un bacione anche a te

  28. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 21:08

    Vero, ricordo. E ora lo capisco molto di più.
    e' anche l'unica, per andare avanti invece che tornare indietro. e non ho nessuna intenzione di tornare indietro dopo tutti i “progressi” che pian pianino ho fatto 🙂

    Sarebbe bello, ancor di più se ci fosse anche una delle tue pannacotta 😉

  29. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 21:57

    Acci, non avevo capito che ci fosse proprio tutta questa ostilità. Però francamente nella pasticcera, tra aromi che scegli tu (arancia, limone, vaniglia..) e zucchero alla fine non si distingue affatto dal sapore che si trattava di un latte di soia, soprattutto se come qui è unito poi alla panna. Si distingue invece per la consistenza, io ho provato anche quella di riso ma la trovo un po' troppo light, mentre quella di soia è più soda e grassottella, non so come spiegarmi 🙂 un po' più simile all'originale, comunque. proverei magari più con un kamut o un farro, magari!
    Dai, dai prova 🙂
    un abbraccio a te

  30. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 22:06

    Uh, bella metafora. chissà quale dolce rappresenterà il mio prossimo passo 🙂
    Grazie Annarita, ti abbraccio

  31. Lo says

    21 Gennaio 2014 at 22:09

    nell'azione c'è la strada…e questa tua è iniziata lastricata di panettone ViolaMirtillo reso ancora più speciale nel tiramisù…niente male!!! Un abbraccio

  32. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 22:10

    Zucchina sei sempre troppo carina, non mi merito davvero tutte queste belle parole.
    E sai esprimere benissimo quello che pensi e provi, tu.

    Vero! perfettissimo anche con gli avanzi di torta, cosa troppo frequente a casa mia, dato che quando faccio una torta io tutti continuano a pensare che voglia finirla io e si dispiacciono a mangiarla. Mah. Hai voglia a dire che quando ne ho mangiate un paio di fette son a posto!
    Grazie cara Zucchina, un abbraccio e a presto!

  33. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 22:12

    Neanch'io lo amo e ed ero proprio contenta che alla fine il risultato non me lo ricordasse! Penso che il nome sia solo simbolico, in realtà si può chiamare tranquillamente “riciclo di panettone con crema chantilly” o qualcosa del genere ^_^
    Un bacione Zia e ancora auguri!

  34. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 22:16

    Per me puoi dire tutto quello che vuoi, che rimarrei incantata ad ascoltarti per ore 🙂
    Sì, spero di uscire diversa e “arricchita”, se così si può dire, anche da questo, ma spero soprattutto di riuscire a sorprendermi, trovando la forza di sconfiggere anche le mie ultime paure..che la vita è adesso.

    Sai, credo che ne sperimenterò altre versioni anch'io, che non mi è dispiaciuto per nulla..;)
    un abbraccio

  35. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 22:17

    Grazie Michela, a me è piaciuto parecchio! 😉
    un abbraccio a te

  36. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 22:19

    E quello che sto cercando di non fare, anche se non ho imparato ancora ad usare il mio tempo costruttivamente. Ma quello è un altro passo ancora 🙂
    Grazie Roberta. un bacio

  37. Peanut says

    21 Gennaio 2014 at 22:22

    Speriamo che anche il prossimo muro, sia di panettone.
    un bacio Lo

  38. Valentina says

    22 Gennaio 2014 at 6:43

    periodi come questi purtroppo arrivano, prima o poi, ed ognuno di noi reagisce in modo diverso. Io ho traballato a lungo, sentendo squillare un telefono che invece…restava muto. Ma noi esserim umani siamo costruiti anche per mitigare il dolore, il tempo e la nostra mente insieme lavorano e progressivamente i ricordi si fanno più dolci. Ti auguro che il sollievo ti giunga presto. Ma intanto, tu hai trovato nella cucina un validissimo alleato, forse una specie di terapia (si può dire?). Eccoti allora alle prese con questo fantastico dolce, per te, per noi e per Colors. Sono felice che tu partecipi con la tua storia e questa ricetta. E…lasciami dire, il panettone va gustato in tutta la sua abbondanza :=) Fantastica la scelta del panettone. Bravissima! Un abbraccio e a presto, Vale

  39. Anonimo says

    22 Gennaio 2014 at 17:40

    Cosa posso dire dopo aver letto la ricetta, e visto che hai ricevuto ben 38 commenti x un semplice “Tirami su”?…che sei GRANDE….e BRAVA…nell'esprimerti e nel far risuscitare un semplice dolce con il panettone.
    E' la prima volta che ti scrivo, ma ti leggo sempre con semplicità!

    Bobina

  40. laura cottiglioni says

    22 Gennaio 2014 at 20:10

    Buona questa variante di tiramisù.Sono nuova novellina del blog in genere ma ti abbraccio forte comunque ciao

  41. Mary Vischetti says

    22 Gennaio 2014 at 21:36

    Mi dispiace per il momento doloroso che stai attraversando e ti auguro di cuore di superarlo, diventando ancora più forte di prima! Il tuo Tiramisu è davvero invitante e lo farò al più presto per il mio fratellino vegano, che da tempo me lo chiede… Brava!! Un grande abbraccio e a presto. Mary

  42. Peanut says

    22 Gennaio 2014 at 22:16

    Grazie, mi fa davvero piacere che l'abbiate apprezzata 🙂 eccome, se la si può chiamare terapia, e anche davvero molto potente. mi sento fortunata ad averla, la cucina, ma anche il blog, come valvola di sfogo.
    un abbraccio anche a te

  43. Peanut says

    22 Gennaio 2014 at 22:19

    mi hai fatto sorridere 🙂 ti assicuro che ci sono persone che ricevono molti più commenti per cose ben più semplici! comunque ti ringrazio, ho capito che voleva essere un complimento.
    grazie di aver lasciato un commento e di esserti fatta conoscere 😉
    a presto

  44. Peanut says

    22 Gennaio 2014 at 22:20

    Benvenutissima Laura, e grazie! 🙂

  45. Peanut says

    22 Gennaio 2014 at 22:21

    Ma mille grazie Mary..speriamo gli piaccia! 😉
    Grazie di essere passata e aver lasciato un commento, un abbraccio a te [e uno al fratellino 😉 ]

  46. Claudia Magistro says

    23 Gennaio 2014 at 9:07

    mi sono persa gli ultimi due dolorosi post, la caduta dal motorino e quella dall'incertezza della vita, al di là delle distanze dovute alle separazioni più o meno condivise e consensuali. Non so cosa significhi avere genitori separati, ma so bene cosa vuol dire non vedere più il proprio papà per sempre. Sapere che, se vuoi chiamarlo, non risponderà a quel telefono. La strada che hai intrapreso, mi permetto di dirlo, è giusta; la vita nonostante tutto continua e non puoi e non devi abbatterti o farti abbracciare da scurusi pensieri. Ben vengano le nuove ricette e le sperimentazioni, le piccole gioie di “un dolce a cucchiaio da fin pasto” coccolandoti insieme con la tua mamma :*
    Cla

  47. Alice says

    23 Gennaio 2014 at 16:12

    Ci conosciamo da poco, o niente, ma i tuoi post mi fanno rimanere con gli occhi fissi allo schermo a pensare perché ci leggo cose troppo familiari…sentimenti che provo ogni giorno, nella difficoltà a sfuggire dalla tristezza che mi attanaglia da mesi, o forse dovrei dire da anni…anche io in fondo la sento, quella voglia di vivere di cui parli tu…peccato che non riesco a farla uscire alla luce del sole, almeno non per il momento 🙁
    Parlando invece di cose belle, questo tiramisù è magnifico…anche io non amo quello tradizionale, lo trovo troppo grasso e stucchevole, questo invece è molto più leggero e goloso e un'ottima idea di riciclo per il panettone…complimenti 🙂

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