Ed eccomi (già) tornata alla vita di sempre. Anzi. Forse ancora un po’ più sofferta di prima,dato l’insopportabile caldo di questi giorni. D’altra parte forse se fossi rimasta al mare sarebbe stato quasi peggio (massì, convinciamocene), perchè i miei parenti che son ancora lì mi dicono che il torpore è tale che non si riesce a stare neanche in spiaggia,l’aria è irrespirabile e l’atmosfera appiccicosa,così preferiscono trascorre la giornata in bungalow. Stessa situazione a Firenze, suppongo. Io che sto un po’ fuori penso di cavarmela un po’ meglio,considerando che in questi ultimi giorni ho messo la testa fuor di casa soltanto dalle otto di sera in poi.
Anche stando in casa il caldo si sopporta poco eh,ancora ogni tanto quando mi alzo troppo velocemente mi gira la testa,mi stanco al minimo sforzo,cammino strascicando i piedi e via dicendo. L’unico moto che ho fatto da quando sono tornata è andare o tornare a piedi dal “centro” del mio paesello,giusto per non perdere l’abitudine al movimento che in vacanza è sicuramente stato più assiduo e talvolta direi per i miei standard anche abbastanza distruttivo. Dopo circa due anni che non andavo in bicicletta,il primo giorno una mega pedalata al lago passando addirittura per il cavalcavia mi ha lasciato un attimino K.O,tanto che la sera tipo alle dieci già dormivo. Fatta in eccezione per la bici o le camminate sulla spiaggia del giorno in effetti queste son state ahimè le vacanze più..”tranquille” (detto in termini estremamente eufemistici,s’intende) mai fatte. Sarà che se la mattina continuo -inspiegabilmente- ad aprire gli occhi alle 8.30,la sera è abbastanza difficile che possa rimanere lucida e brillante più di tanto. Il bello è che poi ho sonno tutto il giorno,ma la mattina cascasse il mondo non più tardi delle 9 ho gli occhi sbarrati! Assurdo. E vabbè, diciamo che perlomeno mi son rilassata. (certo,perchè queste vacanze son state così frenetiche che un po’ di riposo mi ci voleva proprio..-.-”).
Comunque,l’attenzione scrupolosa al cibo non mi ha certo abbandonata,anzi,probabilmente ho dovuto sforzarmi ancor di più a inventarmi soluzioni pratiche per il pranzo in spiaggia che non comportassero l’uso di alimenti di origine animale. Mi sono organizzata comprando degli affettati vegetali, frullando un po’ di tofu con limone e erba cipollina per fingere il formaggio,usando un giorno insalata,uno pomodori,un altro melanzane grigliate e in qualche modo me la son cavata. Certo non ho potuto improvvisarli come mia mamma,che si svegliava la mattina stessa,apriva il frigo e schiaffava prosciutto e stracchino,wurstel,tonno e maionese così a caso come le veniva lì per lì (ovviamente non tutto insieme!) nel pane bianco che a me fa rabbrividire (l’unico modo per farmi mangiare farina bianca è presentarmela sottoforma di pizza o focaccina,altrimenti solo pane integrale o ai cereali!).
Sono vergognosamente rompiballe,me ne rendo conto. Perchè per la pizza,se per la base non mi sconvolgo, faccio impazzire sicuramente il pizzaiolo per le mie richieste sul condimento. Mai una volta che ne scelga una paro paro dal menù. C’è sempre qualcosa che mi piace di una e qualcosa che mi piace di un’altra,oppure una che non mi convince del tutto per la presenza di un ingrediente,così la mia pizza finisce per essere una “xxx” ma senza y però con z,mi raccomando cotta così,e alta cosà. I miei commensali mi guardano immancabilmente con uno sguardo tra il desolato e il rassegnato,ma d’altra parte non è colpa mia se alcuni abbinamenti proprio non li azzeccano! E comunque,torno a sostenere fermamente la mia idea che le pizzerie,o insomma,alcune,dovrebbe fare i menù elencando gli ingredienti a disposizione,e permettendoti di comporre la pizza che più ti piace. E tutti vivrebbero felici e contenti,pizzaiolo compreso,perchè per lui sarebbe a quel punto normale vedersi arrivare una serie di ingredienti al posto di una “capricciosa”.
Ora ad esempio mi sto mantenendo in allenamento coi panini veg,e se al mare ho potuto sbizzarrirmi poco per ovvie ragioni,a casa non mi ferma nessuno. Ed ecco che ho preparato una golosissima piadina che ricorda i sapori dell’india,giusto per fare almeno un po’ di vacanza sensoriale.
(ed era così buona che penso che la prossima volta che andrò in pizzeria chiederò una pizza con gli spinaci,i pinoli e l’uvetta! SCHEEEEERZOO!)
Piadina di kamut indian style, con spinaci all’uvetta e pinoli e ceci
-1 piadina di kamut (io all’olio di girasole)
-150 gr. di spinaci cotti
-100 gr. di ceci già cotti (io in pentola a pressione,ma se usate quelli in scatola non buttate l’acqua di conservazione!)
-1 manciata di uvetta
-1 manciata di pinoli
-1 cucchiaino di semi di cumino
-noce moscata (facoltativo)
-zenzero in polvere
-peperoncino in polvere
-olio di semi bio e spremuto a freddo
-sale marino e pepe
Mettete ammollo l’uvetta per una decina di minuti per farla ammorbidire,mentre in un padellino antiaderente tostate leggermente i pinoli. Scaldare in una padella un po’ di olio di semi con i semi di cumino (se vi piace l’aglio metteteci pure uno spicchio,io proprio non lo sopporto!) e saltate gli spinaci salati e pepati a piacere. Aggiungete agli spinaci il peperoncino e lo zenzero,infine anche l’uvetta strizzata e i pinoli. Per la crema di accompagnamento frullate i ceci al minipimer con sale,pepe e noce moscata,aggiungendo quanta acqua di cottura (o del vasetto) vi sembra necessaria per ottenere una crema liscia e morbida,non eccessivamente solida. A questo punto scaldate una padella grande antiaderente,scaldare la piadina da entrambe le parti e farcirla spalmando la cremina a cucchiaiate e aggiungendo gli spinaci speziati. Fidatevi che è una delizia, ho scoperto che l’accoppiata uvetta e cumino è assolutamente vincente, da riproporre al più presto! Certo come piadina è bella tosta,e scommetto che vi farà sentire sazi molto più a lungo di una prosciutto e fontina :P.
Aggiornamento 03/01/2013
Con questa ricetta partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli
La ricetta partecipa a Salutiamoci di Aprile 2014 ospitato da Passato tra le mani
www.mipiacemifabene.com says
buona!!!!! ciao peanut, un abbraccio!
Federica 🙂